A che punto siamo con il Registro Nazionale delle Protesi? Abbiamo bisogno della spinta di tutti !!!

Intervista al Prof. Gustavo Zanoli, Commissione Registri

Ecco la mia ultima intervista sul tema del Registro Nazionale delle Protesi.

Nota per i non addetti ai lavori. Un registro nazionale degli impianti (protesi di anca, di ginocchio, di spalla ecc.) esiste nei paesi scandinavi da più di quarant’anni, in Australia e nel Regno Unito da 20. In Italia ci stiamo lavorando dal 2000, e dopo tanti sforzi e un grande lavoro organizzativo, istituzionale ecc. di un gruppo all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità (RIAP) esiste un quadro normativo e un’architettura informatica essenziale per registrare i dati di tutte le protesi che noi ortopedici impiantiamo. Alcune regioni si sono attivate da tempo e hanno registri funzionanti, in alcuni casi addirittura eccellenti, cioè che oltre a raccogliere i dati li analizzano e ne fanno uso insieme ai clinici. Ma molte altre latitano, e i colleghi di quelle regioni non possono registrare le loro protesi se non a prezzo di enormi sforzi individuali delle singole istituzioni ospedaliere come nel nostro caso. L’assenza dei dati di tutti rende meno attendibili anche i dati di quelle regioni che lavorano bene. Questo non ha solo un risvolto scientifico ma anche ricadute dirette sull’assistenza dei pazienti. È ora che chirurghi, pazienti, amministratori, politici, (giornalisti, divulgatori, influencer…) si mettano insieme per fare l’ultimo sforzo e rendere il registro delle protesi operativo e obbligatorio in tutto il territorio nazionale. Questo è il messaggio forte che è arrivato al congresso nazionale SIOT dai presidenti delle 3 maggiori società ortopediche (SIOT, OTODI, SICOOP).

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